Attenti ai falsi amici (linguisticamente parlando)

Quando cominci a studiare una lingua i cosiddetti “falsi amici” (parole che suonano in maniera simile tra le due lingue ma che hanno significati diversi) sono tra le prime cose che impari. All’inizio sembrano difficili, ma poi la loro ingannevolezza si rivela in realtà un utile artificio mnemonico per ricordarne il significato. Diventano tuoi alleati e li assorbi velocemente.
Quello che non ti dicono è che poi, quando sei diventato abbastanza fluente nella nuova lingua, i falsi amici mostrano una rinnovata forza ingannatrice e ti colpiscono alle spalle. Con un colpo di scena: stavolta ti fanno sbagliare le parole nella tua lingua madre. Ho perso il conto delle volte che dico “pretendere” intendendo “fingere”, “parenti” intendendo “genitori”.
Ho sentito altre persone bilingui o multilingui lamentersi di questo tipo di confusione. Un’amica multilingue una volta mi ha detto: parlare molte lingue significa parlarle male.

La lezione della nostalgia

Per lungo tempo ho avuto un atteggiamento scettico e sospettoso verso la nostalgia. Credo il motivo sia il seguente: una costante caratteristica della nostalgia è di ricoprire qualunque ricordo, anche il più triste e negativo. Le depressioni adolescenziali, i momenti di noia durante l’infanzia, il panico da abbandono – aspetta abbastanza a lungo e ti ritroverai a ricordare con affetto (se non a rimpiangere) anche la più deprimente delle esperienze, semplicemente perché è passata.
Ci si può veramente fidare della nostalgia, alla luce di questo? Non andrebbe semplicemente ignorata e superata, se quel che ha da dirci è solo questo, che nel passato si stava meglio? A lungo ho vissuto la nostalgia così, come un sintomo della nostra insoddisfazione cronica, che se assecondato conduce verso circoli viziosi più seri di tristezza e malinconia.
Di recente ho cambiato idea ed ho rivalutato molto questo sentimento. Oggi penso che la nostalgia sia una preziosissima guida che può insegnarci come vivere meglio, giorno per giorno. E’ stato un processo lento in cui hanno influito esperienze personali ma anche letture e pratiche. Vorrei spiegare qui perché e cosa rappresenta per me ora la nostalgia.
Tutto inizia con il sonno.
Il trucco elegante del sonno
Perché sogniamo? A lungo si è pensato che il sogno non avesse nessuna funzione biologica/evolutiva, e che fosse solo un “effetto collaterale” del sonno REM. Ma negli ultimi anni diversi studi hanno rivelato una realtà ben diversa. Come spiega il neuroscienziato Matthew Walker in “Perché dormiamo”, il sogno è qualcosa di molto simile ad una terapia notturna. Quando sogniamo stiamo rivivendo (sebbene in maniera disorganica) le nostre esperienze diurne più emotivamente cariche, ma in uno stato cerebrale che è chimicamente privo delle molecole associate allo stress. E’ questo il modo che la natura ha trovato per farci memorizzare esperienze emotivamente forti senza traumatizzarci.
“Through its therapeutic work at night, REM sleep performed the elegant trick of divorcing the bitter emotional rind from the information-rich fruit”
Matthew Walker, “Perché dormiamo”
Non a caso una delle concause dello stress post-traumatico è la carenza di sonno REM, che impedisce a chi ne è colpito di elaborare esperienze traumatiche.
Nostalgia, sottoprodotto dei sogni
Cosa c’entra tutto ciò con la nostalgia? Benché Walker non la menzioni, a me il collegamento logico sembra evidente: la nostalgia è il risultato di questo processo terapeutico applicato ai nostri ricordi  (non esclusivamente durante il sonno – scommetterei che ogni volta che ripensiamo a un evento passato stiamo facendo un po’ di terapia su quel ricordo). Una volta passato attraverso il bagno di questo “balsamo rilassante”, qualunque ricordo si libera della sua eventuale carica negativa. Ciò che resta sono gli aspetti emotivi “positivi” del ricordo, quelli che non avevano a che fare con sensazioni di stress quando li abbiamo vissuti originariamente (la sensazione del calore del sole sulla pelle, il senso di fiducia totale in un genitore da bambini, le intese complici).

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No need of garrisoning

“They [Celtic chieftains of Britain] submit so easily to heavy duties, both on the exports from there to Celtica and on the imports from Celtica […], that there is no need of garrisoning the island”
– Strabo, “Geographica”, 1st century AD
L’inutilità di Brexit in un mondo globalizzato era già chiara 2000 anni fa.

La qualità del dibattito

La qualità del dibattito è così scarsa che molte diatribe politiche possono essere risolte semplicemente riconoscendo che ad un effetto può corrispondere più di una causa.

Coerenza

“L’unico errore di Mussolini fu di entrare in guerra”. Ma se al Fascismo togli il culto della guerra rimane solo un’associazione di feticisti di numismatica romana

Sbiadire i pensieri

Ho scoperto un semplice trucco per allontanare un pensiero angoscioso, sorprendentemente efficace: ricordare un simile pensiero passato, che però non ci angoscia più per il semplice fatto di essere vecchio. D’improvviso il primo pensiero assume gli stessi colori sbiaditi del secondo.

Sguardi

“Sono così speciale che quando entro in una stanza tutti mi guardano”.
“Gli altri ed il loro parere sono così importanti che quegli sguardi mi uccidono”.
In ogni istante abbiamo nella mente questi due pensieri, così contraddittori da sembrar provenire da due personalità distinte.

In un gesto

A volte immagino la serenità che accompagna il risveglio buddhista come un particolare tipo di sollievo. Quell’improvviso sollievo che ti sopraffà quando scopri che un’angoscia era malfondata, era nient’altro che il risultato di un ragionamento sbagliato. Immagino quel delizioso sollievo dilatarsi all’infinito, coprire in un gesto tutte le angosce.

Non vi allarmate

L’interessante saggio “Why Buddhism is True” di Robert Wright è stato tradotto in italiano con “Perché il Buddismo fa bene”. Mi ricorda la prefazione alla prima edizione dell’opera di Copernico, in cui un teologo luterano (senza firmarsi) si affrettava a spiegare che l’eliocentrismo è solo un artificio matematico per semplificare i conti, la realtà rimane geocentrica, non vi allarmate

Dissonanze

Interessante dissonanza cognitiva dei fan dell’attuale governo: accusare i precedenti governi di aver aperto le porte ai migranti, ma poi quando in Europa si litiga sulle quote rifugiati rivendicare con orgoglio che “l’Italia è stata in prima linea a salvare vite”